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CONGRESSO NAZIONALE SIA 2009 MILANO

28 e 29 marzo 2009 Auditorium Don Alberione di Via Giotto Milano

Esperienze cliniche

Esperienza e sperimentazione in MTC

relazione di C. Moiraghi

Considerazioni introduttive

Anzitutto ribadisco come la medicina umana sia una sola, la via del curare, e come i tanti suoi compendi medici, antichi e moderni, non ne siano che convergenti complementari percorsi. Affermarlo non significa però sottoscrivere che sia corretto miscelare a piacere metodiche e leggi e strumenti di compendi medici differenti, proprio al fine di operare la cura e perseguire la guarigione significa anzi negarlo, ogni compendio medico è infatti modello atto alla cura unicamente se realizzato nella sua unità, ma non lo è se estrapolato e frammentato e commisto con parti di altri compendi medici ad esso estranei. Chiarisco poi come qui non intenda affatto negare un significato reale ai risultati della sperimentazione della medicina moderna, MM, in campo di medicina tradizionale cinese, MTC, intendo però delimitarne il valore all’interno della MM cui la ricerca sperimentale appartiene, e per nulla ampliarlo alla MTC cui la ricerca sperimentale non appartiene affatto. Ritengo positivo che la MM attui ricerche in campo di MTC, e sensato ed ovvio che essa le attui tramite il modello di ricerca che le appartiene, il metodo sperimentale. Per questo sono membro attivo circa fin dalla sua fondazione del Comitato Tecnico Scientifico della Regione Lombardia istituito per il controllo dell’evoluzione degli studi scientifici in campo di medicina complementare promossi dalla Regione Lombardia a partire dall’anno 2000. E’ sotto ogni avviso di sensibile scelta di campo che già a condotto e sempre più condurrà a importanti sviluppi del compendio MM. Mi è invece difficile comprendere come la MTC possa sensatamente ritenere di evolvere utilizzando un modello di ricerca che le è estraneo, il metodo sperimentale, e pretendendo invece di astenersi dall’attuare il proprio sviluppo secondo il proprio metodo di ricerca, il metodo esperienziale, e anzi per lo più rifiutandolo. Ecco, questa mi pare qui la contraddizione e l’errore in cui la MTC attualmente si muove non da ieri ma da vari lustri e non solo in una sua singola scuola o in una singola nazione ma praticamente in ogni continente. Credo che per l’odierna MTC si tratti dunque di riconoscere come almeno in gran parte si sia trattato di abbaglio e farne tesoro e operare affinché la MTC di nuovo incontri e scelga e interpreti il proprio naturale cammino e la propria evoluzione, ora realizzandola secondo le proprie metodiche e mi piace notare come sia in Italia che nel mondo si distinguano i primi segnali di una simile prossima revisione, ed è a propiziare, per il nulla che posso, questi odierni nuovi intenti di recupero delle proprie radici e delle proprie metodiche MTC che redigo questa relazione. Chiarisco poi qui come qui non intenda affatto pormi come esaustivo ma unicamente come introduttivo al tema. Mi scuso infine per la lunghezza della relazione, trattandosi di proposizione innovativa ho considerato opportuno segnalare lo scenario in cui è calata.

Le Cento Scuole

Molti sono coloro che si consacrano ai metodi e alle discipline. Ciascuno di loro è convinto che il proprio metodo e la propria disciplina siano la perfezione stessa. Ma ciò che gli Antichi chiamavano la disciplina del Tao, dove lo si può trovare? Il Tao si trova ovunque. Zhuangzi Chiarisco come non si intenda qui affatto criticare chi pratichi medicina cinese e agopuntura in sintonia e convergenza e complementarità e identità con la medicina moderna, MM, né chi partecipi a ricerche osservazionali o sperimentali sulla medicina cinese, come poi a ben vedere oggi è l’intero mondo della medicina cinese. Lungi da qui ogni spunto di critica ad altri, ognuno infatti dà il meglio di sé negli ambiti e nei modi che gli sono adeguati e propri, che poi è quanto a ben vedere intende Zhuangzi nel libro che va sotto il suo nome, quando titola l’ultimo capitoloLe scuole nel mondo. Questo è infatti l’insegnamento tradizionale, oltre che metabolizzare il compendio tradizionale ognuno ha da riconoscere in esso il modo a sé più simile e idoneo di praticarlo, perché solo così, manifestando se stesso attraverso la lezione tradizionale egli potrà dare il meglio di sé. Il testo afferma che coloro che comprendono guardando sono spiriti, coloro che comprendono udendo sono saggi, coloro che comprendono chiedendo sono artigiani, coloro che comprendono palpando sono operai. Che significa? Significa che coloro comprendono guardando osservano i cinque colori nella tinta di un paziente per riconoscere la sua malattia, coloro che comprendono udendo ascoltano le cinque note nella voce di un paziente, coloro che comprendono chiedendo domandano al paziente i suoi gusti per riconoscere la radice e la fronda della malattia, coloro che comprendono palpando esaminano il pollice d’apertura del paziente percepiscono se è in carenza o in eccesso per riconoscere l’apparato o la struttura organica ove è localizzata la malattia. Questo afferma il testo, chiarendo così che coloro che comprendono la malattia dalla sua manifestazione esterna sono saggi, mentre coloro che comprendono la malattia dalla sua manifestazione interna sono spiriti.

Nanjing, difficoltà 61°

Proprio per questo infatti è conveniente e doveroso riproporre oggi quei modi tradizionali che ormai paiono sul punto di estinguersi fagocitati da una dilagata agopuntura moderna che oggi viene presentata come agopuntura classica, tradizionale, e con essa confusa. Che tristezza! Le cento scuole sviluppano all’infinito i loro sistemi, come costrette ad andare avanti senza potere tornare indietro, così non potranno mai incontrare la verità. I sapienti di un’epoca tanto tarda hanno la disgrazia di non vedere l’universo nella sua semplicità originaria e di non cogliere più l’intuizione globale degli Antichi. E’ da temere che la ricerca del Tao si frantumi nel mondo intero. Zhuangzi. E’ bene che chi si riconosca nell’agopuntura reflessologica pratichi l’agopuntura reflessologica e chi si riconosca nella protocollata agopuntura moderna pratichi la protocollata agopuntura moderna, parimenti è bene che chi si riconosca nell’agopuntura tradizionale antica pratichi l’agopuntura tradizionale antica. Ma come può praticarla costui se l’agopuntura tradizionale antica compare sempre meno nel panorama mondiale della medicina cinese, panorama ormai composto quasi unicamente di protocolli di ricerche cliniche? Di questo passo, che ne sarà delle giovani generazioni di agopuntori, come potranno incontrare la tradizione antica, e se non la incontreranno, che ne sarà dell’agopuntura? Oggi infatti chi non si riconosca in un protocollo terapeutico, chi non partecipi ad un lavoro osservazionale o sperimentale, appartiene con evidenza a minoranza non relativa e quasi gli è richiesta una giustificazione, una scusa, e quasi neppure si arrischia di fare notare come ad esempio in nessun testo classico cinese conosciuto compaia una sola riga circa una qualsiasi ricerca osservazionale o sperimentale, né un’introduzione a simili modelli di ricerca. E si consideri come il testo antico sia accorto crocevia e crogiuolo di materiale diverso, si pensi ad esempio al Neijing, palpabile manifestazione della complementarità in cui la tradizione si fonda, per questa sua natura ciò che in esso non compare mai non è materiale dimenticato ma è materia estranea, non è parte della tradizione, né può diventarlo senza deviare l’intero dettato tradizionale. Se dunque la sperimentazione o la semplice osservazione nella tradizione semplicemente non compaiono, non le competono, molti sguardi la tradizione riserva ai modi della ricerca esperienziale. Praticando l’agopuntura si proceda con totale determinazione e pari precauzione, come si stia sul ciglio dell’abisso. Si regga l’ago come si tenesse fra le mani una tigre e si osservi attentamente il malato. Si impugni l’ago in modo retto, consapevoli di realizzare un atto fondamentale. Si condensi l’intenzione del malato fissandolo dritto negli occhi, si indirizzi così il suo spirito in modo tale che il fluire del suo soffio si faccia armonioso. Neijng Suwen, capitolo 54

Lo stato dell’arte

Vi sono pareri che ci fanno notare come oggi neppure le accademie cinesi seguano più la tradizione antica e come siano anzi fra le prime a scegliere la ricerca moderna e la protocollata agopuntura moderna, e da quest’osservazione fanno derivare come l’agopuntura tradizionale antica sia pratica ormai senza realtà, metodica desueta in avanzato stato di decomposizione, arcaico fiume definitivamente in secca. Io credo invece che in questi nostri odierni tempi, straordinari non solo quanto alla pratica dell’agopuntura, per chi pratichi l’agopuntura antica si presenti un’occasione rara, riunire mille gocce in cento rivoli sparsi e farne fiume e poi mare semplicemente dandogli nome, fare ricoagulare la tradizione antica e promuoverne la rinascita, e non sarà né la prima né l’unica volta, però questa volta avverrà anche a mezzo nostro. Conviene dunque cogliere la lezione insita nell’attuale debolezza dell’agopuntura tradizionale e scegliere la fiducia, non cercare intorno a sé ma in sé il proprio centro e la propria direzione, percorrendo il proprio cammino senza incertezze, gli attuali scenari potranno forse allora rivelarsi panorami più consoni al dettato tradizionale e nostro di quanti di primo acchito paia. Perché una nuova Scuola MTC si è ormai nei fatti avviata, la Scuola di Medicina Neotradizionale Cinese, MNTC, centrata in un ideale sostanziale recupero dell’antica sorgente tradizionale. E’ innovativo percorso MTC è ben noto a SIA, è stato infatti oggetto di un seminario di aggiornamento SIA 2008, che ha brillato specie per l’eccellenza della Lezione Magistrale del Prof. Franco Caspani, e i cui Atti Congressuali compaiono sulla Rivista SIA n. 122. Conviene recuperarne un passo, un tema su cui troppo poco ci si è in questi decenni soffermati, la rilettura dei percorsi e delle tappe dell’agopuntura e della MTC in questi ultimi secoli, la sua evoluzione nelle principali Scuole occidentali, che risulta ritmata secondo i rapporti Nonno Nipote della Legge dei Cinque Elementi.

L’evoluzione dell’agopuntura secondo i Cinque Elementi

  • Il movimento Legno, mu, rappresenta in questa lettura la fase iniziale, la dinamica e immaginifica e onirica fase dell’avvio di questo ciclo culturale che arricchisce l’occidente delle conoscenze orientali. Ne è importante interprete la sinologia europea ottocentesca, di estrazione per lo più religiosa, francescana, domenicana, oltre che gesuita.
  • Il movimento Terra, tu, rappresenta poi la fase centrale della fertile capacità occidentale di assimilare e trasferire le acquisizioni cinesi nella cultura europea e farle attecchire e fiorire. Interprete ne è senz’altro la Scuola Francese dell’agopuntura, centrale dalla prima metà del novecento, elaboratrice di un solido impianto clinico accademico, rispettoso delle fonti vive estremo-orientali e dei testi classici e tradizionali.
  • Il movimento Acqua, shui, rappresenta poi la successiva fase del dilagare della MTC in Europa, e dell’approfondirsi e del consolidarsi della sua realtà culturale e sociale. E’ la Scuola Anglosassone degli anni ’80 volta ad integrare le conoscenze MTC all’interno nel neopositivismo, filosofia riduzionista dominante in occidente, spegnendovi via via il palpitare dell’anima tradizionale in sempre più complessi algoritmi capaci di svuotare il valore e il potere e la portata sovrarazionale della MTC.
  •  Il movimento Fuoco, huo, rappresenta poi la successiva fase del riscaldamento e della diffusione e dell’accelerazione della comunione culturale di oriente e occidente.

Abiurata e rimossa la radice esoterica ed esperienziale del proprio corpo medico e delle sue conoscenze, la MTC si è ormai diffusa in occidente come metodo di cura viene via via giocoforza accettata e autenticata dalla medicina moderna. Rappresentanti ne sono la Scuola Americana degli anni ’80 e ’90 e la Scuola cinese recente che ha in pochi decenni metabolizzato il neopositivismo occidentale e ora lo rispecchia in occidente ingigantendolo. L’approccio empirista e il preteso sodalizio ad oltranza con la medicina moderna dell’evidenza, EBM, pretende a questo punto di azzerare gran parte dei cammini alle spalle trasponendo le sapienze tradizionali in rigidi protocolli. E la palpabile raggiunta carenza di radici e la perdita di materia medica che ne deriva conducono quello che resta della MTC ad accettare la proposta della medicina moderna di sottoporre la MTC alle sperimentazioni di efficacia proprie della medicina moderna stessa. Ne deriva debolezza e conflitto, in teoria e in pratica, altro non potrebbe. E’ la tradizione stessa che si è andata scoprendo incenerita, polvere. E va notato come in Oriente come in Occidente la matrice della rinuncia alla terapia personalizzata e individualizzata, per lo meno il suo progressivo radicale scoraggiamento, va ricercata principalmente in talune complementari coordinate, e fra queste l’omologazione e semplificazione della formazione professionale, l’individuazione ed il mantenimento di linee guida mediche e medico legali univoche e affidabili, l’abbattimento dei tempi medici e quindi dei costi dei comparti medici, lo scoraggiamento di scelte culturali e professionali autonome e per contro l’esplicito incoraggiamento di ogni allineamento professionale. In ultima analisi la sostituzione della terapia protocollata alla terapia individualizzata, cambiamento che non riguarda unicamente l’agopuntura e la medicina non convenzionale ma pari pari anche la medicina convenzionale, va intesa come misura fondamentalmente di controllo sociale e politico.

Il movimento Metallo, jin, La Medicina Neotradizionale Cinese

Infine la chiusura del Ciclo, che vale l’avvio del nuovo Ciclo, rappresentata dal movimento Metallo, jin, attuale fase della rinnovata vitalità della MTC, nuova profonda fertilità tradizionale, capacità elaborativi ed ideativa che le deriva dell’essersi pienamente ricollegata alla purezza dell’originaria radice culturale. E’ l’immagine di una nuova Scuola MTC, la Scuola Neotradizionale, nel cui compendio l’esperienza sovralogica ritrova l’antica rilevanza al fianco del logico e del razionale. E’ Scuola che oltrepassa i singoli confini territoriali, vi si distinguono infatti Autori di diverse razze e nazioni attraverso i quali la tradizione antica, dopo i recenti decenni di immobilità, sta riprendendo ad evolvere, elaborata secondo il dettato della scienza tradizionale antica non secondo il protocollo della scienza moderna. E’ realtà oggi pienamente emersa, nuova fertilità elaborativa ben radicata nella purezza del lignaggio dell’antica cultura cinese e a suo tramite riunita alla comune radice culturale umana. A ben vedere la MTC da sempre si è trasmessa così, attraverso spunti, concezioni innovative, creazioni ideative affiorate nei secoli non solo nel popolo cinese, ma anche nei popoli limitrofi, ad esempio nelle culture mongole, coreane, giapponesi. Come è evidente fin dal suo titolo, questa relazione si pone nell’alveo stesso di questa Scuola neotradizionale. 

La ricerca in medicina tradizionale e in medicina moderna

La distanza fra la medicina tradizionale, MT, e la medicina moderna, MM, si può dunque misurare a partire dai metodi della loro ricerca, il metodo esperienziale per la MT e il metodo osservazionale e sperimentale per la MM. E va notato anche come fra le due diverse metodiche di ricerca, sperimentale e esperienziale, proprie dei due diversi corpi medici, la MM e la MT, non vi sia antitesi alcuna, come ha correttamente chiarito l’OMS, Organizzazione Mondiale alla Sanità evidenziando come esistano diversi livelli di Medicina Basata sull’Evidenza e sulle Prove di Efficacia e come l’evidenza dell’uso tradizionale di una terapia rappresenti già di per sé una sua prova di efficacia, specificando così come una MT in forza dell’utilizzo millenario delle sue terapie sia già una EBM almeno ad un livello, che l’OMS considera comunque implementabile mediante ulteriori ricerche.

La ricerca tradizionale

Quanto alla MT, essa da sempre si fonda nella Medicina Basata sull’Esperienza, radicandosi nelle secolari tradizioni mediche che si sono via via embricate e specificate fino a farsi corpo medico tradizionale compiuto. Circa le aree della ricerca in MNTC consideriamo due complementari e inscindibili aree, la ricerca esterna e la ricerca interna:

La ricerca esterna

  • Ricerca di ogni sorta di conoscenza MTC, e del suo studio e della sua comprensione, principalmente:
  • Fonti vive: Scuole, maestri, operatori che in Cina come altrove siano depositari di conoscenze MTC.
  • Testi moderni: Studio e aggiornamento continuo dei testi moderni MTC via via pubblicati nel mondo.
  • Testi classici: Reperimento, traduzione e studio e comprensione dei testi antichi esistenti di MTC e in materie ad essa collegati, filosofia e scienze e arti tradizionali.
  • Reperti archeologici: Studio e comprensione di reperti archeologici che in prima o in seconda istanza possono riguardare la MTC.

La ricerca interna – Ricerca e capacità elaborativa e ideativa centrale nella MNTC che le deriva da un’ideale diretto collegamento alla purezza dell’originaria matrice MTC, principalmente attraverso talune esperienze:

  • Pratica ed esperienza agopuntoria, evoluzione personale sia consapevole che inconsapevole.
  • Pratica ed esperienza di discipline esperienziali, evoluzione personale sia consapevole che inconsapevole.
  • Ricerca elaborativa e ideativa in termini MTC, ricerca sia intenzionale che spontanea, ovvero intenzionale o spontaneo affiorare alla consapevolezza del ricercatore di nuovi collegamenti culturali MTC e di desuete o innovative conoscenze e sapienze tradizionali.

La ricerca moderna

La scelta di questi ultimi decenni è stata di valutare la MT sottoponendola alla metodologia osservazionale e sperimentale propria della MM, e va notato anche come nella gran parte la scelta di questa indagine sia nata e si sia sviluppata proprio fra gli operatori di MT, al fine di attuare un’operativa convergenza scientifica con gli operatori di MM. Ne sono nate grandi difficoltà e piccoli risultati, va infatti notato come l’evoluzione di questi due corpi medici, MT e MM, sia ben differente e anzi pressoché inversa, ciò che rende del tutto improbabile la possibilità di inserire agilmente la metodologia di ricerca di un corpo medico nell’altro. L’elaborazione della MM, specie per la sua farmacologia, avviene mediante una complessa metodologia di ricerca che si muove da una fase preclinica di test sperimentali in vitro e in vivo su nuove molecole giudicate potenzialmente terapeutiche riguardo alle quali si sviluppano ipotesi sui meccanismi d’azione. Segue una prima fase di sperimentazione clinica a valutarne la sicurezza nell’uomo e la farmacocinetica, e un’ulteriore fase di sperimentazione in studi clinici di efficacia e di sicurezza, e il prodotto continua ad essere monitorato in studi su larga scala anche dopo l’introduzione sul mercato. Nella ricerca moderna sulla MT invece, gli eventuali studi preclinici sui meccanismi di azione e gli studi clinici di efficacia non sono affatto al principio della individuazione terapeutica della MT e non la determinano affatto, ma sono anzi all’ estrema valle della terapia MT che è infatti antica, praticata da millenni in una determinata popolazione che da sempre la pone nel nucleo della sua cultura tradizionale e che l’ha tramandata attraverso i secoli inserita in un corpo medico ben strutturato e codificato. Dunque è solo a posteriori, dopo millenni di esistenza, che la MT viene sottoposta a ricerca scientifica secondo il modello della MM, in dimostrazioni di efficacia e in osservazioni e sperimentazioni cliniche che non possono che risultare parziali e poco significative rispetto alla millenaria mole di esperienze che la MT ha alle spalle. E’ quanto è avvenuto in questi decenni per l’agopuntura, sia in ambito preclinico, ad identificarne i meccanismi d’azione, sia in ambito clinico, a valutarne l’efficacia, non raramente in lavori osservazionali o sperimentali a posteriori giocoforza giudicati poco soddisfacenti. Evidente poi come il protocollo di studi clinici sull’agopuntura presenti il difficilmente risolvibile problema della scelta del gruppo di controllo. Risultando impossibile la ricerca in doppio cieco, per fortuna perfino la MM conviene circa l’opportunità che all’interno della ricerca l’agopuntore sappia cosa sta facendo, il gruppo di controllo viene usualmente assolto secondo alcune principali modalità, costituite da uno dei seguenti modi:

  • La così detta sham agopuntura, ovvero l’agopuntura falsa
  • La così detta agopuntura placebo, ovvero l’agopuntura senza penetrazione o con minima penetrazione dell’ago
  • Una terapia convenzionale
  • Nessun trattamento
  • Il mantenimento in una lista d’attesa

Usuali critiche alla ricerca moderna in medicina tradizionale

Conviene anzitutto riassumere la più usuale critica a questi modelli di ricerca in agopuntura, sia quanto ai gruppi trattati con presunta agopuntura, sia ai groppi dei presunti controlli.

Gruppi trattati con agopuntura

Quanto a simili atti agopuntori, le primarie necessità di protocolli standarizzati di questa tipologia di ricerche finiscono per lo più con il ridurre l’atto agopuntorio alla puntura di uno o più punti selezionati per una singola patologia, e questo semplicemente non è agopuntura tradizionale, e ben poco ha con essa a che fare. In termini MTC l’agopuntura è suggello finale di un preciso percorso medico che avviatosi con la visita, colloquio ed esame obiettivo, in termini MTC conduce ad una precisa diagnosi in termini MTC dello squilibrio energetico a monte del disagio e del morbo che affligge il paziente in esame. La diagnosi energetica permette l’individuazione dei principi di terapia che rappresentano le finalità dell’atto agopuntorio che ne verrà, e che saranno comunque rivolti al riequilibrio dello squilibrio energetico diagnosticato. Segue poi la scelta della metodologia terapeutica MTC più atta alla realizzazione dei principi terapeutici espressi. Oltre l’agopuntura, e la moxibustione e la coppettazione che vanno intese come possibili metodiche secondarie affiancabili all’agopuntura, la MTC conosce altre rilevanti metodiche terapeutiche tradizionali, la farmacopea e la dietetica, il tuina, ovvero massaggio terapeutico del corpo e dei canali e dei punti, il qigong e il taijiquan, ovvero le metodiche psicocorporee. Quanto alla scelta della metodica agopuntoria, si tratta ora di approntare sempre e solo in relazione al singolo caso in attenzione l’idonea ricetta di punti atti a realizzare i principi di terapia in quel singolo caso adottati, e si tratta poi di approntare la più adatta strategia terapeutica, sia quanto alla singola ricettazione agopuntoria sia quanto all’individuazione dell’adatto ciclo dei successivi trattamenti agopuntori che si vanno a realizzare, distanza fra i singoli trattamenti e numero dei trattamenti. Quello che quindi deve essere chiaro, è che non vi è in MTC un trattamento agopunturio per una patologia di apparato organico, ad esempio cefalea, gastrite, lombalgia, dismenorrea, ma che ogni patologia di apparato organico può essere conseguenza di ben differenti squilibri energetici, e che il compito diagnostico MTC consiste proprio nell’individuare, all’interno della vasta diagnostica differenziale che ogni patologia di apparato organico comprende, lo squilibro energetico a monte della patologia che affligge il singolo paziente, e a quel singolo paziente e a quel preciso singolo squilibro energetico che lo affligge è rivolta la singola ricetta agopuntoria. Per questo è in uso dire che la MTC cura la persona e non la patologia. L’usuale ricerca sperimentale sull’agopuntura è invece per lo più come detto condotta con singolo punto o con breve ricetta di punti in un gruppo di pazienti arruolati secondo una prescelta patologia di apparato, per intenderci asma, insonnia, sciatica. Mancando per lo più del tutto l’inquadramento energetico tradizionale che dalla singola diagnosi energetica conduce alla declinazione dei principi e metodiche e strategie e ricette di agopuntura adeguate al singolo caso in esame, non si tratta quindi affatto di agopuntura tradizionale, bensì di puntura di punti di agopuntura più o meno significativi in relazione alla patologia d’apparato prescelta, un’agopuntura di valore frammentario quindi, del tutto spuria e limitata.

Gruppi di controllo – Quanto poi ai pretesi gruppi di controllo, conviene riassumere le più usuali critiche a riguardo.

  • Quanto all’agopuntura così detta sham essa non tiene conto di come ogni intervento di agopuntura profondo come sham e superficiale, su punto di canale, su punto extra, su punto nuovo, su punto curioso, e comunque sulla superficie corporea rappresenti un trattamento in termini di MTC. Chi non lo ritenga conviene riguardi e pagine MTC circa le Pibu, letteralmente Zone cutanee amministrate, dodici definiti distretti cutanei di cui l’intera superficie corporea si compone e che la tradizione insegna essere correlate con i dodici canali e a mezzo loro con gli organi e i visceri profondi corrispondenti. Dunque qualsiasi puntura o massaggio o semplice contatto con una qualsiasi parte del corpo è inquadrabile in termini di atto terapeutico MTC, atto casuale, proprio per questa sua casualità impossibile da qualificare e definire in relazione al singolo caso in esame e alla sua patologia, con certezza non pare però esserle riconosciuto il carattere standardizzabile del gruppo di controllo. Un’evidenza a parte riguarda poi qui la finalità stessa di questa tipologia di sperimentazione. Dato che l’usuale interesse di queste ricerche risiede per lo più nella dimostrazione degli effetti curativi dell’agopuntura rispetto alla medicina convenzionale, è ovvio che questa finalità, il paragone con la medicina convenzionale, non viene raggiunta paragonando fra loro due modalità di agopuntura e nulla comparando con la medicina convenzionale stessa. Ne deriva che la finalità di questo genere di lavori che paragona due modelli di agopuntura, l’uno protocollato e l’altro incongruo, sta proprio in questo, nel rapportare insomma il protocollo all’incongruo, nel valutare cioè l’eventuale incongruità dell’agopuntura protocollata. Succede però che i nomi che in queste ricerche compaiono, agopuntura vera, agopuntura reale, agopuntura tradizionale,millantano il loro reale valore, nomi fasulli per ricerche poco significative, e però è così che la millenaria agopuntura tradizionale cinese, che qui ripeto quasi mai entra, può venire denigrata.
  • Quanto all’agopuntura così detta placebo o senza penetrazione o con penetrazione minima, essa non è certo agopuntura in quanto non realizzato a mezzo ago e non penetrante, è atto realizzato a mezzo di varietà di moderne apparecchiature simulanti, secondo chi li utilizza, l’atto agopunturio. Con evidenza non è dunque atto agopunturio, è però atto reale e specifico ottenuto mediante presunto simulatore, ovvero apposita strumentazione moderna a questo fine messa a punto, è privo di significato medico definito eppure non è sotto alcun avviso assimilabile ad atto nullo, è comunque un’interazione reale, né vi è motivo di ritenerla standarizzabile.
  • Quanto al confronto fra agopuntura e una terapia convenzionale, va ricordato l’antico adagio secondo cui quest’ultima volge la sua cura alla malattia in osservazione, mentre l’agopuntura volge la sua cura all’interità della persona trattata. Anche se questa affermazione non ha certo valore assoluto, vale però ad inquadrare una differenza di scopi che rende il mero paragone fra i risultati delle due vie mediche inevitabilmente di scarso significato.
  • ·Quanto poi al gruppo di controllo rappresentato da pazienti non trattati o lasciati in lista di attesa, francamente un siffatto gruppo non pare standarizzabile come gruppo di controllo di una ricerca della scienza medica moderna che oggi recita i più sofisticati rapporti causali e concausali fra stati mentali e eventi emozionali e ormoni e funzioni metaboliche e ripercussioni fisiche. Oppure la PNEI resta uno studio sofisticato ma arginato fuori dalla realtà medica. Per intenderci, come possono tingersi i vissuti di pazienti cronicizzati e abbandonati in lista d’attesa? Davvero possono rappresentare un omogeneo gruppo di controllo? Vengono anche da domandarsi i toni e le valutazioni a riguardo dei preposti comitati etici.

Dalla scelta sperimentale alla proposta neotradizionale

Nonostante dunque l’intrinseca debolezza di questo genere di ricerche sulla MT, e per quanto qui ci concerne sulla MTC, resta che in qualche decennio questo tipo di ricerca è dilagata nel mondo e si rende sempre più evidente l’inevitabile scotto pagato dalla MT per questa scelta, rappresentato dal suo sostanziale indebolimento. L’inserimento di un metodo di ricerca proprio di un altro corpo medico, in questo caso la MM, nel corpo medico MT, ha infatti generato in quest’ultimo un’alterazione che oggi appare tale da rischiare di tradirne l’intera struttura. A ben vedere da questi non pochi anni di impegno di risorse umane ed economiche in sperimentazioni in campo di MTC. non è venuta in realtà alcuna significativa informazione alla MTC, è anzi interessante notare come tutto questo lavoro non abbia avuto neppure all’interno delle sue primarie finalità l’individuazione di significative informazioni, è sempre stato chiaro a tutti come non ce ne fosse necessità. Si è trattato invece di un tentativo di dimostrare la fondatezza della MTC agli occhi della MM e del mondo intero e sembrò che questo potesse avvenire unicamente mediante un atto di sottomissione, un sacrificio, una ricerca in termini MM che inconfutabilmente evidenziasse la reale significatività della MTC. Data la debolezza da cui si è mossa evidente che una tale ricerca non abbia portato a circa un bel nulla, altro che ad aumentare la confusione. D’altronde si è riconosciuti e accettati per quello che si è, per quello che si ha da dare, non per gli atti di sottomissione, non per la spontanea devianza dalle proprie coordinate. La chiarezza sta infatti negli occhi non in ciò che si osserva, la certezza sta nella persona, nella sua capacità di leggere se stesso, la scena in cui il proprio cammino si muove, e lo scenario in cui questa scena si attua, evidente che questa capacità non c’era e il progetto concepito non andava oltre il mendicare deboli consensi abiurando le proprie radici. Qualche scarno consenso in effetti c’è stato, però a osservare l’attuale stato in cui versa la medicina cinese torna alla mente un adagio estremo-orientale secondo il quale se non si è sul proprio cammino, una distanza di un cun equivale ad una distanza di mille li, ove il cun é misura proporzionale equiparabile ad un paio di centimetri mentre il li è misura mitica equiparabile alle nostre sette leghe, e intende che sul proprio percorso o ci si è o non ci si è, e se non ci si è, ci si scopre privi di coordinate per ritrovarlo, a meno che non si scelga di rimisurare se stessi ricominciando il proprio cammino dall’inizio. Oggi si tratta dunque di riorganizzare un intero percorso, la via tradizionale, la via antica, e non vale cercare Maestri nel panorama dell’agopuntura e della medicina cinese nazionale e internazionale, vale iniziare a farlo noi. Questa è la proposta centrale in questa mia relazione e nel mio attuale impegno.

Leggi MNTC del rispetto dei diversi modelli medici

Procedendo in questi propositi mi sono risolto a concepire coordinate semplici e chiare che traducano e manifestino il vissuto del terapeuta neotradizionale, agopuntore e medico e ricercatore. Al fine di riaffermare la via tradizionale dell’agopuntura e della medicina cinese nei fatti oggi avvilita ho dunque impostato le seguenti Leggi MNTC del rispetto dei diversi modelli medici, comprensive delle Leggi MNTC della ricerca medica e delle Leggi MNTC dell’atto medico. Si comprenda, come già detto non mi ha mosso l’intento di essere definitivo sull’argomento, ma la certezza che convengano scelte propositive, anche quando si espongano a naturali critiche, avvii di condivisi contributi e confronti volti a definire ambiti cui fino ad oggi neppure sono stati dati nomi, nella fiducia che questi nomi e queste definizioni possano risultare unicamente da plurali convergenze di impegni e di intenti, e che questo sia il tempo di segnarne gli avvii.

Leggi MNTC della ricerca medica

Un punto alquanto debole della ricerca moderna sulla MT sta, come già osservato, alla radice stessa della MT, e consiste nell’evidenza di come la ricerca scientifica moderna, osservazionale o sperimentale, non faccia parte del corpo MTC e di nessuna MT. Non vi è a riguardo alcuna pagina nei testi classici, né alcuna tradizione orale a riguardo dato che come detto, la MT evolve infatti tramite la ricerca esperienziale, la MM evolve tramite la ricerca sperimentale. Ecco dunque che l’utilizzo di un metodo di ricerca estraneo al corpo medico che si pretende di indagare crea un risultato spurio, deviato, comunque non significativo o almeno non pienamente significativo. Per comprendere la veridicità di questa affermazione è d’aiuto considerare come due differenti corpi medici, in questo caso la MM e la MT, siano due differenti modelli della realtà e come nessun modello della realtà sia in nessun caso la realtà stessa ma di questa sia unicamente uno schema, una raffigurazione, una mappa, e come questo modello sia rappresentativo della realtà e quindi giudicabile corretto nella misura in cui permetta di interagire in modo appropriato con la realtà stessa. La mappa non è il territorio, sintetizzava G. Bateson, circa questo intendendo. Dunque due diversi corpi medici sono fra loro due modelli in rapporto paritario, nel nostro caso quindi MM e MT non sono che due differenti complementari rappresentazioni e interpretazioni della vita e della salute e della malattia. Per questo non è possibile indagare un modello con l’altro modello, perché non vi è alcuna prevalenza dell’uno sull’altro, si tratta cioè di due paritetici differenti linguaggi. Il linguaggio pare qui rappresentare un esempio piuttosto calzante, come è ben chiaro ad ogni bambino è necessario infatti usare un linguaggio comune per capirsi. Un linguaggio non permette infatti a chi lo parli di comprendersi con una persona che parli un altro linguaggio, eppure sia l’uno che l’altro linguaggio quando venga parlato da entrambe le persone permette loro di comunicare e comprendersi appieno, mentre per contro l’utilizzo commisto dei due linguaggi e delle relative differenti loro regole di grammatica e sintassi non conduce le due persone ad alcuna reciproca comprensione.

Si evidenziano così le Leggi MNTC della ricerca medica.

  • Legge MNTC della pariteticità dei diversi corpi medici
  • Corpi medici diversi, come MM e MT, sono modelli paritetici, senza alcuna prevalenza reciproca.
  • Un singolo corpo medico non può quindi dare informazioni su di un altro corpo medico. MM e MT non possono quindi essere indagati con metodiche appartenenti all’altro corpo medico.
  • Legge MNTC della relatività della ricerca medica
  • Il risultato di una ricerca medica è unicamente relativo al corpo medico cui il metodo di ricerca appartiene.
  • Il risultato di una ricerca medica non rappresenta la realtà in assoluto ma unicamente secondo il modello della realtà relativo al corpo medico cui quel metodo di ricerca appartiene. Un metodo di ricerca può quindi essere correttamente utilizzato unicamente all’interno del corpo medico cui appartiene, in altro caso il risultato non è significante.
  • Legge MNTC dell’unica finalità curativa dei diversi corpi medici

Corpi medici diversi, come MM e MT, hanno un’unica finalità, la cura dell’uomo, e la realizzano secondo i diversi compendi culturali che li determinano. I diversi metodi di ricerca propri dei diversi corpi medici sono unicamente rivolti ad implementare i relativi compendi culturali all’unico fine del curare, e non possono quindi essere rivolti a valutare altri metodi di ricerca, di altri compendi culturali propri di altri corpi medici. Il risultato di una ricerca medica è esclusivamente relativo al corpo medico cui il metodo di ricerca appartiene, esso non rappresenta la realtà in assoluto ma unicamente un modello della realtà relativamente al corpo medico cui quella ricerca appartiene. Un metodo di ricerca può quindi essere correttamente utilizzato unicamente all’interno del corpo medico cui appartiene, in altro caso il risultato non è significante. Utilizzando quindi un metodo di ricerca appartenente ad uno dei due corpi medici qui in oggetto, la medicina tradizionale, MT, e la medicina moderna, MM, per indagini riguardanti l’ altro corpo medico cui quel metodo di ricerca utilizzato non appartiene, la ricerca eseguita fornisce informazioni e risultati esclusivamente relativi al modello del corpo medico cui essa appartiene, non relativi al modello del corpo medico che con essa si pretende di indagare. Ad esemplificare la veridicità delle Leggi MNTC della ricerca medica si può condurre l’esperimento reciproco alla moderna ricerca sperimentale in MTC.Per chiarire la parzialità dei risultati della ricerca sperimentale sull’agopuntura conviene cioè eseguire l’esperimento opposto, utilizzare la metodica di ricerca MT per una ricerca sulla MM. Dato che il metodo di ricerca MT è il metodo esperienziale, si tratta di utilizzare questo metodo in un contesto di ricerca MM. Ad esempio, un ricercatore esperienziale si ponga in stato centrato di coscienza, stato meditativo, in un laboratorio di vivisezione, tragico luogo di sedicente ricerca scientifica MM, il risultato della ricerca del meditante riguarderà in questo caso il dramma e il dolore animale provocato da questa erronea sedicente metodica di ricerca scientifica MM, mentre nulla il meditante percepirà circa l’eventuale farmaco, quale che sia, lì erroneamente sperimentato. Esistono dunque un modello MM e un modello MTC, e questi modelli sono talmente differenti fra loro da mutare radicalmente l’esito e il significato di una ricerca e da conformarli esclusivamente a quel corpo medico cui il modello di ricerca appartiene. La ricerca mediante sperimentazione moderna sull’agopuntura e sulla MTC porta dunque esclusivamente a informazioni relative alla MM, cui il metodo sperimentale compete e non può invece portare informazioni sull’agopuntura e sulla MTC, perché ne è estraneo, e come visto vale anche l’opposto, la ricerca esperienziale tradizionale sulla MM porta esclusivamente a informazioni relative alla MT, cui il metodo esperienziale compete, e non può invece portare informazioni sulla MM, perché ne è estraneo. E conviene per altro notare anche come, quanto al caso di un metodo di ricerca estraneo al corpo medico che sia l’oggetto della ricerca, ne possano risultare anche taluni effetti che dipendono dalla ricerca stessa. E questo può accadere in entrambi gli esempi citati, sia nella meditazione in un laboratorio di vivisezione sia nella sperimentazione moderna in MTC. Nel primo caso ad esempio facilmente il meditante potrà anche involontariamente portare esperienze di pietà e compassione nello stabulario vivisettivo, introducendo così un mutamento emotivo negli animali torturati, un po’ d’amore per loro, e ne potranno venire cambiamenti nel decorso della sperimentazione, tali sono le ben note risonanze fra emozioni e ormoni e metabolismi. Nel secondo caso poi, va notato come l’atto di agopuntura si svolga in un contesto MM, all’interno di un protocollo di ricerca sperimentale e come questo scenario renda l’atto di agopuntura differente da un atto di agopuntura non concepito all’interno di protocolli MM e non sottoposto ad alcuna osservazione esterna, e anche questa differenza si potrà tradurre in una differenza di effetti e quindi di risultati. Ad approfondire l’argomento, conviene quindi ora muoversi dallo scenario della ricerca alla sua scena, l’atto medico.

Leggi MNTC dell’atto medico

Quella che risulta la prima regola di ogni atto medico, quale ne sia il corpo medico di riferimento, è la sua esclusività. Ogni atto umano è in realtà totalizzante e esclusivo, anche se apparentemente ve ne sarebbero alcuni che forse possono essere attuati con un discreto risultato anche senza il coinvolgimento dell’interità della persona, si tratterebbe per lo più di atti ripetitivi di impegno secondario e di scarse conseguenze, ma a ben vedere anche questi semplici atti secondari si avvantaggiano dalla piena partecipazione di chi li compie. In ogni caso però l’atto medico, ancorché in taluni casi sia da taluni erroneamente vissuto come ripetitivo e questo accade quando si perda la visione della centralità e dell’unicità e del valore di ogni singolo rapporto medico paziente, pretende l’esclusività delle intenzioni e delle azioni, pensieri e parole ed opere, del medico, ogni distrazione può infatti qui rivelarsi fuorviante il risultato pieno. Va a questo avviso notata la centralità dell’assetto mentale del terapeuta. La tradizione MTC vuole la mente del terapeuta, xin, retta, zheng, centrata, chong, aperta, kai, vuota, xu. Il terapeuta deve essere cioè esclusivamente rivolto alla cura del paziente davanti a lui, senza altri pensieri, emozioni, speranze, dubbi, che ne deviano e frammentano la portanza delle indagini e delle scelte e delle cure e dei propositi. Per restare nel tema cinese, conviene qui ricordare l’ideogramma huang, che intende un patologico vissuto di confusione, di difficoltà di individuazione dei corretti percorsi e delle corrette priorità, da cui un’ impossibilità di scelta che vale una reale esperienza dissociativa, e lo raffigura in due centri allineati sul cuore della mente. Il semplice inserimento di quel paziente all’interno di una qualsiasi ricerca clinica può alterare la realtà dell’atto medico, lo muta, lo devia. Nessun singolo atto medico è inseribile in altra scena e in altro scenario che quello stesso singolo atto medico. L’inserimento non può avvenire né a priori né a posteriori, il rapporto medico paziente ne può risentire, il risultato clinico ne può risentire. In particolare sotto questo avviso è scorretto e errato inserire un singolo atto medico in una qualsiasi tipologia di ricerca medica, perché questo inserimento ne può mutare i risultati, come riassunto dalla seguente Legge:

  • Legge MNTC dell’esclusività dell’atto medico – L’atto medico è atto esclusivo, la sua compiuta attuazione chiede e realizza l’interità del terapeuta, in particolare la finalità curativa dell’atto medico è esclusiva, il suo conseguimento chiede e realizza l’interità dei propositi del terapeuta. E’ quindi scorretto e errato inserire un singolo atto medico in una qualsiasi tipologia di ricerca scientifica, dato che il terapeuta avrebbe allora due finalità e due ambiti, l’attività curativa e l’attività di ricerca, e l’esclusività dell’atto medico si perderebbe, il risultato clinico di quell’atto medico ne potrebbe risentire, i risultati della ricerca medica potrebbero venirne risultarne fuorviati e fuorvianti. Non avere alcuna sorta di seconda intenzione, è quindi qui un fondamento, il fondamento. Qualsiasi secondaria motivazione oltre la pura intenzione di curare la persona davanti a noi, altera infatti e squilibra e inficia l’atto medico e i suoi risultati, e conduce altrove. Per questo l’iniziale arruolamento ad una qualsivoglia sperimentazione, sia dei terapeuti che dei pazienti, a priori già di per sé inficia la totalità dell’atto terapeutico e altera e limita i suoi risultati. Anche la creazione di una casistica a posteriori, inficia ed altera e limita i risultati degli atti terapeutici, anche se probabilmente in modo più limitato. Addirittura, per la migliore risposta terapeutica, può essere favorevole che l’atto terapeutico e i suoi risultati rimangano fra il terapeuta e il paziente, allo stretto interno del rapporto medico paziente. La divulgazione dell’atto terapeutico e dei suoi risultati a persone dotate di volontà e intenti conflittuali e frammentari può infatti inibirne l’efficacia, mentre per contro la divulgazione dell’atto medico a persone dotate di buona e positiva volontà e intenti può collaborarne alla sua efficacia. Complementare al precedente principio è poi il principio della corretta realizzazione dell’intento curativo nell’atto medico.
  • Legge MNTC della corretta realizzazione dell’intento curativo – L’atto medico è da ritenersi tale unicamente quando nelle valutazioni del terapeuta che lo esegue esso realizzi correttamente l’intento curativo che il terapeuta stesso concepisce. E’ quindi scorretto e errato un atto medico protocollato e aprioristicamente imposto al terapeuta dal protocollo in atto, quando nelle valutazioni del terapeuta che lo esegue esso non realizzi pienamente l’ intento curativo del terapeuta stesso. Il risultato clinico di quell’atto medico ne risentirebbe. Inserire in una qualsiasi tipologia di ricerca scientifica un atto medico che nelle valutazioni del terapeuta che lo esegue non realizzi pienamente l’ intento curativo del terapeuta stesso, porterebbe in ogni caso quella ricerca a risultati fuorviati e fuorvianti. Sincerità e chiarezza sono la materia stessa dell’atto terapeutico, la scelta terapeutica non è delegabile, il protocollo è comunque una via inadeguata in MTC. E conviene qui enunciare un ulteriore complementare principio, ovvio corollario di quanto fin qui espresso, e in realtà già contemplato in un qualsiasi approccio di consenso informato.
  • Legge MNTC dell’adeguata evidenza dell’atto medico – L’atto medico è tale quando sia adeguatamente rappresentato e manifestato secondo la sua specifica natura e la sua corretta attuazione medica. Come è per altro esplicitamente o implicitamente sottoscritto in ogni reale consenso informato è scorretto praticare un atto medico in modo intenzionalme